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Il sacro giardino di Livia

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Augusto e Livia (gemma dorata del I sec.)
Augusto e Livia (gemma dorata del I sec.)
Il post di oggi ci porterà a conoscere un altro piccolo "tassello" dei segreti e delle antiche leggende di Roma, portandoci dentro una stanza molto molto particolare all'interno del Museo Nazionale Romano al Palazzo Massimo alle Terme (che si trova praticamente alla Stazione Termini). Lo so, di solito non entriamo nei musei, ma il biglietto costa davvero poco e ci sono molte cose davvero uniche e bellissime all'interno...oltre che la curiosità di oggi, ovviamente!

La protagonista del nostro post è Livia Drusilla, la moglie del famoso imperatore Ottaviano Augusto (vedi foto del medaglione, Vienna, Kunsthistorisches Museum).

Anche qui, come già in passato, la nostra storia comincia con una leggenda che ci racconta Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia". In questo enorme trattato di 2000 anni fa e che oggi potremmo definire come una sorta di enciclopedia botanica, Plinio ad un certo punto comincia a parlarci della pianta dell'alloro. Il punto che ci interessa, tradotto dal latino, dice più o meno così:

"[...] Anche sul divino imperatore Augusto ci sono eventi degni di nota. Un'aquila fece cadere dall'alto, ma senza ferirla, una bianchissima gallina in grembo a Livia Drusilla, promessa sposa di Augusto, che fu quindi testimone di tale prodigio. Poiché tale gallina teneva nel becco un ramo di alloro carico di bacche, gli indovini ordinarono di custodire come sacri il volatile e la sua discendenza, e di piantare quei semi. Questo fu fatto nella villa dei Cesari sul fiume Tevere posta vicino al nono miglio delle via Flaminia, che per questo motivo è detta "ad Gallinas", e miracolosamente da quelle bacche sorse una selva. Quando poi Cesare trionfò, tenne in mano questo alloro e portò una corona di alloro sul capo, e dopo di lui fecero così tutti gli imperatori. E fu tramandato l'uso per tutti i Cesari di piantare i rami che avevano tenuto, ed esistono piante designate con i loro nomi [...]".

Augusto loricato (Musei Vaticani)
Augusto loricato (Musei Vaticani)
Questo racconto potremmo considerarlo alquanto bislacco, e potrebbe farci anche sorridere: una gallina bianca che precipita dal cielo in braccio ad una ragazza!
Eppure questa leggenda ha avuto per la nostra cultura grandi conseguenze.
Bisogna sapere che gli antichi romani davano grandissimo peso al volo degli uccelli in quanto dalla stessa fondazione di Roma esso era reputato come mezzo per interpretare il volere degli dei, quindi è ovvio che questo evento così strano, che per giunta aveva coinvolto la promessa sposa di Ottaviano Augusto, rappresentava qualcosa da prendere in serissima considerazione.

Plinio inoltre ci dice che i figli di questa gallina bianca sarebbero sempre stati considerati sacri, quindi non sarebbero mai stati uccisi...questo non ci ricorda qualcosa? Ancora oggi si dice "essere figlio della gallina bianca", o "essere figlio dell'oca bianca" per dire che si è dei privilegiati...deriva da questa leggenda! Ma non solo: la tradizione di mettersi le foglie di "lauro" sulla testa, per gli imperatori allora, ma anche per i laureati oggi, e la stessa parola "laurea", derivano proprio da queste piante sacre seminate da Livia e cresciute "in modo miracoloso" presso la villa chiamata, per questo motivo, "ad Gallinas" (cioè "presso le galline").

La villa di Livia "ad Gallinas", a Prima Porta
La villa di Livia "ad Gallinas", a Prima Porta
C'è altro da dire su questo? Sì, c'è ancora molto. Ulteriore suggestione ne aggiunge Plinio e anche altri autori latini, dicendo tra l'altro che le piante di alloro da cui gli imperatori sceglievano le foglie ed i rami, ne seguivano incredibilmente il destino, poichè quando un imperatore moriva, anche la relativa pianta appassiva spontaneamente. Tutte queste curiosità dovevano far suscitare per questo giardino, oltre che un generale rispetto, anche una profonda idea di sacralità e magia.

Naturale conseguenza di questo che vi ho descritto è che, nell'arco di vari secoli, gli archeologi, ma anche i provetti "Indiana Jones" di ogni epoca, si interrogarono parecchio su questo scritto di Plinio, per capire se esisteva ancora e dove si poteva trovare questa villa di Livia "ad Gallinas", con il suo miracoloso giardino.

Affreschi del giardino
Affreschi del giardino
Le ricerche terminarono nel 1863, anno in cui fu rinvenuta, fra delle imponenti rovine di una villa romana, proprio sulla via Flaminia e nei pressi del Tevere (all'altezza di Prima Porta), una grandiosa statua di Augusto (vedi foto, Augusto loricato)... Plinio aveva indicato chiaramente dove cercare! Gli archeologi, scavando, portarono alla luce un grande sito archeologico, che è stato recentemente restaurato e che è da poco possibile visitare (gratuitamente), e che rappresenta le rovine dell'antica Villa di Livia "ad Gallinas" (vedi foto).
I ricercatori trovarono una grande terrazza porticata ad U che probabilmente delimitava il sacro giardino di Livia citato da Plinio...di cui ovviamente dopo due millenni nulla è rimasto...o no?!?

Ebbene, sembra quasi che Livia e Ottaviano, consapevoli che il giardino non sarebbe potuto giungere intatto fino a noi, avessero escogitato comunque un modo per farcelo apprezzare... Poco dopo la bellissima statua di Augusto gli archeologi fecero infatti una scoperta straordinaria: presso il giardino, dentro una stanza seminterrata e quindi per questo protetta per duemila anni dalle ingiurie del tempo e degli uomini, trovarono un affresco eccezionalmente conservato ed assolutamente "sui generis". Su tutte e quattro le pareti vi è rappresentato un fantastico giardino, ricchissimo di piante e di uccelli a grandezza naturale.

Affreschi del giardino
Affreschi del giardino
E' una sorta di Eden perduto, con colori e dettagli straordinari, superiori persino agli affreschi rinvenuti a Pompei, e che dà davvero l'illusione di trovarsi immersi in un luogo incantato, fuori dal tempo e dallo spazio. Persino il vento, nel cielo turchino che fa da sfondo, sembra tangibile e sposta le cime delle piante.

Non si sa chi possa mai aver dipinto qualcosa di così superbo, ma nel 1951, al fine di tutelare queste pitture così delicate e uniche, si asportarono dalla loro sede originale e si trasportarono in un ambiente protetto all'interno del Museo Nazionale Romano.

Affreschi del giardino
Affreschi del giardino
Qui, con un'operazione di cui essere davvero orgogliosi, hanno ricostruito nelle esatte misure la stanza della villa, riattaccando poi alle pareti gli affreschi autentici, che quindi posso essere ammirati esattamente come nel luogo in cui erano originariamente collocati.

Attraverso i sorprendenti dettagli della pittura sono stati riconosciute con precisione nientemeno che 69 diverse specie di uccelli e 23 specie botaniche!
E naturalmente, fra quelle piante, più volte ne troviamo una che ora sappiamo avere lì un significato speciale....l'alloro!

Il Museo Nazionale Romano è qui.

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