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La campana della Sperduta

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Come nel post sulla cannonata di mezzogiorno, anche per quello di oggi non conta solo il luogo, ma anche l'orario: occorre trovarsi a piazza Santa Maria Maggiore (vedi foto) circa un quarto d'ora prima delle 21.

Abbiamo già parlato, proprio in quel post, di quanto in passato il suono delle campane delle chiese non semplicemente richiamasse i fedeli alle funzioni religiose, ma fungesse da vero e proprio "timer" per la popolazione, almeno fino a che la tecnologia e il mercato non consentirono la diffusione dell'orologio portatile.
Questo per dire che il suono delle campane era assai "sentito", in tutti i sensi, cioè si viveva tenendolo ben presente nella propria quotidianità.

Piazza Santa Maria Maggiore di notte
Con questa consapevolezza, valida certamente per tutta l'Italia, possiamo per Roma aggiungere due peculiarità che reputo assai importanti: la presenza di un'incredibile numero di chiese e campanili, e la dissacrante prontezza di spirito del popolo romano. Queste caratteristiche "aggiunte" hanno fatto sì che, nella mente fantasiosa del popolano, le campane romane non semplicemente suonassero, ma addirittura dialogassero simpaticamente fra loro, ciascuna con il suo tono di voce e il suo "ritmo" specifico, mettendo su una raffinata discussione di argomento....culinario!

Il dialogo cominciava con la campana grande della chiesa che abbiamo di fronte, Santa Maria Maggiore, che annunciava: "avemo fatto li facioli, avemo fatto li facioli, avemo fatto li facioli...".
Seguiva il vocione di quella di San Giovanni in Laterano, che allora si chiedeva: "co’ che? co’ che? co' che?...".
Rispondeva quindi la voce squillante della campana di Santa Croce in Gerusalemme: "co’ le cotichelle, co’ le cotichelle, co' le cotichelle....".
E nella "santa" discussione, interveniva poi lo scampanio di Santa Maria in Trastevere, che si domandava: "e ’ndò se magna la pulenta ? ‘ndò se magna la pulenta? ndò se magna la pulenta?....".
Chiudeva il simpatico conciliabolo il campanone di San Pietro, con un serafico "in Borgo, in Borgo, in Borgo!".

Ma questa simpatica divagazione sulla voce delle campane non spiega il vero motivo per cui ci troviamo in questo luogo e a quest'ora. Occorre sapere che la magnifica Basilica di Santa Maria Maggiore, di cui abbiamo già parlato in un "famoso" vecchio post, possiede una campana con una leggenda da raccontare.

La leggenda, nella versione più accreditata, narra che, in pieno Medioevo, una pellegrina venuta a Roma si era smarrita sul far della sera nei pressi del colle Esquilino. Avanzando la notte, il buio e la nebbia si facevano via via più fitti, tanto che per la donna era diventato impossibile orientarsi. La situazione a quei tempi era da considerarsi assai grave, perchè in tali condizioni una donna sola era facile preda di ladri e assassini. Al colmo della disperazione, la pellegrina invocò l'aiuto della Madonna. Ed ecco che da quel momento una campana, fra le cinque da sempre presenti nel campanile di Santa Maria Maggiore, e che ha un suono molto singolare, prese a suonare: il suono della campana consentì alla donna smarrita di avere un punto di riferimento "uditivo", per cui seguendo tale segnale essa riuscì a ritrovare la strada della chiesa e quindi anche quella di casa. Da allora, racconta la leggenda, la donna salvata espresse il desiderio che quella stessa campana, denominata da quel giorno "la campana della sperduta", dovesse essere fatta suonare ogni giorno e allo stesso orario, cioè alle nove di sera.

L'originale campana della Sperduta (Musei Vaticani)
E così il risultato è che da secoli e ancora oggi, proprio per tener fede all'antica tradizione, ogni giorno alle nove di sera in punto in questa piazzetta possiamo sentire il singolare scampanio della Sperduta. Non di rado si vedono passanti e turisti incuriositi, chiedendosi quale sia la strana funzione religiosa che ha luogo qui alle nove della sera...ora invece voi, cari lettori di Roma Leggendaria, sapete cosa c'è dietro!

La campana della Sperduta che ascoltiamo oggi non è l'originale della leggenda, essa è stata sostituita alla fine del 1800 con una altrettanto antica (sec.XIII). Dopo una lunga ricerca, alla fine la campana originale l'ho trovata ai Musei Vaticani, galleria Urbano VIII (vedi foto). Chissà, forse come nella leggenda si era "sperduta" anche lei, ma alla fine ha trovato una casa!

Piazza di Santa Maria Maggiore è qui.

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